Una tradizione che si tramanda da padre in figlio nel rispetto del sapore, della qualità e della tradizione.

Orari di apertura

Lunedì – Venerdì: 9:00-12:00 / 16:00-20:00

Sabato: 9:30-15:00

La nostra azienda

La nostra azienda e il nostro modo di lavorare

Una tradizione che si tramanda da padre in figlio nel rispetto del sapore, della qualità e della tradizione. L’Oleificio Bartolini, il 1° frantoio della campagna recanatese, nasce nel 1948 nelle valli del fiume Potenza, un territorio ancora oggi ricolmo di olivi di ottima qualità e dei famosi Sargani, grandi e forti piante che offrono il frutto più antico e saporito. Le olive appena raccolte, a mano, e accuratamente selezionate, entrano nel frantoio dove una attenta lavorazione tradizionale contribuisce a fare dell’Olio Extravergine d’Oliva Bartolini, un prodotto di eccellenza e con qualità organolettiche particolarmente elevate.

Il territorio

Recanati: la patria del grande poeta Giacomo Leopardi

 

L’antica cittadina, ricca di suggestioni leopardiane, ha raccolto anche l’eredità del tenore Beniamino Gigli e del pittore Lorenzo Lotto.

 
Come arrivare

 

L’itinerario propone di abbandonare il paesaggio marino per addentrarsi fra le dolci colline dell’entroterra, alla scoperta delle atmosfere leopardiane. Recanati è facilmente raggiungibile dalla riviera: panoramiche strade provinciali che attraversano il Parco del Conero, conducono alla statale 16, da percorrere in direzione Pescara.

 

Dopo l’uscita per Loreto e poco prima di entrare a Porto Recanati, si svolta a destra: percorrendo la provinciale 10 si sale fino alla strada statale 77. A questo punto si scorge a due chilometri di lontananza, Recanati, adagiata su un crinale fra la valli del Musone e del Potenza.

 

La città è facilmente raggiungibile da ogni altra località tramite l’autostrada A 14 (uscita Loreto-Porto Recanati) e la statale 77 “Val di Chienti”.

 
Cosa visitare

 

Si consiglia di scoprire Recanati partendo dal settecentesco Palazzo Leopardi, casa natale del poeta, ancor oggi abitata dai suoi discendenti e ubicata in piazza “Sabato del villaggio”. L’esposizione di oggetti e manoscritti dello scrittore consente di ripercorrerne la vita; la ricca biblioteca del padre, di comprenderne la formazione.

 

Di qui un percorso segnalato conduce fino al Monte Tabor, il celebre “colle dell’infinito” da cui si può ammirare un incantevole panorama. Ritornati a Palazzo Leopardi si raggiunge via Roma, al termine della quale si scende per via Calcagni e via Cavour; lungo questa strada si può ammirare la chiesa di Sant’Agostino: il suo campanile è la torre antica cantata nel Passero solitario.

 

Proseguendo si arriva in centro, Piazza Leopardi, dove alle spalle del monumento dedicato al sommo poeta, sorge il Palazzo Comunale. L’edificio ospita il Museo Beniamino Gigli, altra sosta obbligata: vi sono conservati costumi di scena, fotografie e cimeli del grande tenore recanatese.

Il territorio

Recanati: la patria del grande poeta Giacomo Leopardi

 

L’antica cittadina, ricca di suggestioni leopardiane, ha raccolto anche l’eredità del tenore Beniamino Gigli e del pittore Lorenzo Lotto.

 
Come arrivare

 

L’itinerario propone di abbandonare il paesaggio marino per addentrarsi fra le dolci colline dell’entroterra, alla scoperta delle atmosfere leopardiane. Recanati è facilmente raggiungibile dalla riviera: panoramiche strade provinciali che attraversano il Parco del Conero, conducono alla statale 16, da percorrere in direzione Pescara.

 

Dopo l’uscita per Loreto e poco prima di entrare a Porto Recanati, si svolta a destra: percorrendo la provinciale 10 si sale fino alla strada statale 77. A questo punto si scorge a due chilometri di lontananza, Recanati, adagiata su un crinale fra la valli del Musone e del Potenza.

 

La città è facilmente raggiungibile da ogni altra località tramite l’autostrada A 14 (uscita Loreto-Porto Recanati) e la statale 77 “Val di Chienti”.

 
Cosa visitare

 

Si consiglia di scoprire Recanati partendo dal settecentesco Palazzo Leopardi, casa natale del poeta, ancor oggi abitata dai suoi discendenti e ubicata in piazza “Sabato del villaggio”. L’esposizione di oggetti e manoscritti dello scrittore consente di ripercorrerne la vita; la ricca biblioteca del padre, di comprenderne la formazione.

 

Di qui un percorso segnalato conduce fino al Monte Tabor, il celebre “colle dell’infinito” da cui si può ammirare un incantevole panorama. Ritornati a Palazzo Leopardi si raggiunge via Roma, al termine della quale si scende per via Calcagni e via Cavour; lungo questa strada si può ammirare la chiesa di Sant’Agostino: il suo campanile è la torre antica cantata nel Passero solitario.

 

Proseguendo si arriva in centro, Piazza Leopardi, dove alle spalle del monumento dedicato al sommo poeta, sorge il Palazzo Comunale. L’edificio ospita il Museo Beniamino Gigli, altra sosta obbligata: vi sono conservati costumi di scena, fotografie e cimeli del grande tenore recanatese.

Prodotti genuini

Selezioniamo personalmente solo le migliori olive per creare prodotti genuini dalle altissime qualità organolettiche.

QualitÀ CERTIFICATA

Uniamo artigianalità, innovazione e rispetto per il territorio per garantire sempre l’elevata qualità certificata.

PAGAMENTI SICURI

Garantiamo ai nostri clienti pagamenti sicuri e la tutela dei dati personali nel pieno rispetto della privacy.

L'olio

l leggendario albero di ulivo e l’olio ricavato dai suoi frutti hanno accompagnato la storia dell’umanità. 8000 anni fa l’ulivo veniva già coltivato in Medio Oriente e le prime coltivazioni si ebbero molto probabilmente in Siria o Creta.

 

I Fenici in seguito diffusero questa coltivazione su tutte le coste del Mediterraneo, dell’Africa e del Sud Europa. Con i Greci le coltivazioni di ulivo divennero sempre più numerose, ma furono i Romani che provarono a coltivare in ogni territorio conquistato questi frutti polivalenti (trascurando in alcuni casi le coltivazioni esistenti dell’Italia meridionale).

 

In molti casi i Romani ordinarono alle popolazioni conquistate il pagamento dei tributi sotto forma di olio di oliva. Sempre i Romani riuscirono a costruire i primi strumenti per la spremitura delle olive e a perfezionare sempre di più le tecniche per conservare l’olio. Fin dall’inizio l’ulivo e i suoi frutti sono stati presenti nella storia degli uomini sia nei riti sacri che nella vita quotidiana, l’olio infatti venne utilizzato non solo per arricchire gli alimenti ma anche nei massaggi e nella cosmetica.

 

Nei poemi omerici l’olio era usato esclusivamente per la pulizia e l’igiene. Gli antichi Romani classificavano l’olio di oliva in cinque qualità: “oleum ex albis ulivis” proveniente dalla spremitura delle olive verdi, “oleum viride” proveniente da olive raccolte a uno stadio piu’ avanzato di maturazione, “oleum maturum” proveniente da olive mature, “oleum caducum” proveniente da olive cadute a terra e “oleum cibarium” proveniente da olive quasi passite che era destinato all’alimentazione degli schiavi.

 

I numerosi utensili per la raccolta e la spremitura delle olive, rinvenuti dagli archeologi in vari scavi nell’area mediterranea, nonché diversi passaggi della Bibbia e del Corano dimostrano l’importanza storica di questo frutto dell’ulivo e del lavoro degli uomini.

L'olio

l leggendario albero di ulivo e l’olio ricavato dai suoi frutti hanno accompagnato la storia dell’umanità. 8000 anni fa l’ulivo veniva già coltivato in Medio Oriente e le prime coltivazioni si ebbero molto probabilmente in Siria o Creta.

 

I Fenici in seguito diffusero questa coltivazione su tutte le coste del Mediterraneo, dell’Africa e del Sud Europa. Con i Greci le coltivazioni di ulivo divennero sempre più numerose, ma furono i Romani che provarono a coltivare in ogni territorio conquistato questi frutti polivalenti (trascurando in alcuni casi le coltivazioni esistenti dell’Italia meridionale).

 

In molti casi i Romani ordinarono alle popolazioni conquistate il pagamento dei tributi sotto forma di olio di oliva. Sempre i Romani riuscirono a costruire i primi strumenti per la spremitura delle olive e a perfezionare sempre di più le tecniche per conservare l’olio. Fin dall’inizio l’ulivo e i suoi frutti sono stati presenti nella storia degli uomini sia nei riti sacri che nella vita quotidiana, l’olio infatti venne utilizzato non solo per arricchire gli alimenti ma anche nei massaggi e nella cosmetica.

 

Nei poemi omerici l’olio era usato esclusivamente per la pulizia e l’igiene. Gli antichi Romani classificavano l’olio di oliva in cinque qualità: “oleum ex albis ulivis” proveniente dalla spremitura delle olive verdi, “oleum viride” proveniente da olive raccolte a uno stadio piu’ avanzato di maturazione, “oleum maturum” proveniente da olive mature, “oleum caducum” proveniente da olive cadute a terra e “oleum cibarium” proveniente da olive quasi passite che era destinato all’alimentazione degli schiavi.

 

I numerosi utensili per la raccolta e la spremitura delle olive, rinvenuti dagli archeologi in vari scavi nell’area mediterranea, nonché diversi passaggi della Bibbia e del Corano dimostrano l’importanza storica di questo frutto dell’ulivo e del lavoro degli uomini.

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