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5 tipologie di olio di oliva italiano esistenti

5 tipologie di olio di oliva italiano esistenti

5 tipologie di olio di oliva italiano esistenti

Prima di argomentare sulle tipologie di olio di oliva italiano sul mercato non si può prescindere dalla “Classificazione legale degli oli di Oliva” di cui al Regolamento CE 1513/2001).

Questa, descrive per classi gli oli di oliva in base a una classifica che mette al primo posto l’Olio di oliva vergine, ossia l’olio ottenuto dall’oliva meccanicamente o con altri processi fisici, sotto condizioni termiche tali da non alterarlo e che non ha avuto in aggiunta alcun altro trattamento, a parte il lavaggio, la decantazione, la centrifugazione e la filtrazione.

Olio di oliva italiano: acidità dell’olio

L’acidità è il valore con il quale si stabilisce se l’olio d’oliva è vergine o extravergine, determinato in funzione del contenuto di acido oleico.

La minore acidità denota la qualità e il gusto dell’olio di oliva italiano.

Proprio in riferimento all’acidità, espressa in acido oleico, l’olio vergine di oliva si suddivide in sottoclassi:

  • Olio di oliva EXTRAVERGINE: il gusto è in assoluto perfetto e l’acidità non supera mai lo 0,8%.
  • Olio di oliva VERGINE: anch’esso dal gusto perfetto, ma con acidità libera che arriva fino al 2%.
  • Olio di oliva VERGINE LAMPANTE: con gusto non perfetto e/o acidità libera che supera il 2%. Quest’olio non è adatto al consumo, ma bisogna rettificarlo per ridurne l’acidità.
  • Olio di oliva RETTIFICATO: è l’Olio di oliva raffinato, tagliato con oli di oliva vergini, ma non con l’olio lampante, aventi acidità non superiore all’1%.
  • Olio di sansa di oliva: è l’olio ottenuto tagliando olio di sansa di oliva raffinato e di olio di oliva vergine, non lampante; con acidità non superiore all’1%.

Solitamente gli oli rettificati sono impiegati per la preparazione dei prodotti commercializzati come sott’olio.

Occorre sapere che l’olio di oliva italiano con grado elevato di acidità, può essere stato ottenuto da olive cadute dagli alberi e lasciate a terra per il tempo utile all’innesco dei fenomeni fermentativi con liberazione dei acidi grassi.

L’inacidimento dl frutto è quindi dovuto alla liberazione degli acidi grassi dei trigliceridi causati dai processi organici.

Non bisogna dimenticare che anche la presenza di agenti patogeni, ad esempio la mosca dell’olivo, oppure la grandine o le malattie della pianta, possono innescare l’acidità che può verificarsi anche in un tempo antecedente la caduta dell’oliva.

Olio di arachidi

In cucina è utilizzato soprattutto per le fritture. È un olio estratto proprio da quei semi che solitamente mangiamo a tavola.

È un olio ricco di acidi monoinsaturi e oleici, con pochissimo colesterolo e basse percentuale di grassi saturi. Sono presenti in esso, sali minerali e vitamina E, quindi da considerarsi come alimento capace di agire come antiossidante.

Ha un sapore neutro, ma con delle sfumature dolci e può essere un sostituto del burro per la preparazione di biscotti che i rendono più leggeri.

È impiegato per preparare il burro d’arachidi, molto usato nei Paesi anglosassoni; usato moderatamente è anche un buon condimento per le insalate.

Olio di semi di girasole

Il girasole è conosciuto da tutti come quel grande fiore giallo con al centro un pistillo molto grande.

Il girasole è però anche composto da tante piccole inflorescenze con all’interno la presenza dei semi da cui è estratto l’olio.

Un olio che contiene molto acido oleico, quindi utile per la protezione di cuore e arterie. Ha ottimo contenuto di vitamina E, e di grassi polinsaturi, cioè i grassi “buoni”.

Questo fa sì che l’olio di semi di girasole è ben cinque volte più antiossidante rispetto all’olio d’oliva ed è quindi un ottimo rimedio contro il colesterolo alto.

È utilizzato molto nelle fritture, ma è anche ottimo olio per condire le verdure e per i preparati sott’olio. Va conservato in frigo.

Olio di semi di mais

L’olio dei semi di mais è ottenuto proprio dalle pannocchie.

È un olio che fornisce molta energia ed è consigliato agli sportivi o a chi risente di stanchezza legata al cambio di stagione.

Come gli altri oli di semi contiene anch’esso la vitamina E, e l’acido oleico, ma ha in più la provitamina A, cioè il beta-carotene precursore della vitamina vera e propria, ferro e proteine.

Mantiene bassi i livelli di colesterolo nel sangue, quindi è consigliato a chi soffre di tale patologia.

Si utilizza per le fritture ed è forse il migliore sul mercato per tale scopo in quanto ha un punto di fumo molto alto e non appesantisce gli alimenti. Utilizzato crudo va dosato in piccole quantità.

Olio di palma e palmisti

L’olio di palma è estratto dal frutto di questa pianta che è presente soprattutto in Indonesia e Malesia.

Contiene molti grassi saturi e quindi non fa molto bene a cuore e arterie, in compenso evita innalzamenti dei valori dei livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue e contiene molta vitamina A.

È molto utilizzato nei paesi africani e in quei pasi a rischio di malnutrizione, proprio perché d’aiuto grazie all’alta percentuale di grassi che si aggira attorno al 50%.

L‘olio di palmisti, a sua volta, è estratto dai semi dei frutti, dopo aver subito il processo di essiccazione, macinazione e pressatura.

Si presenta come un alimento solido in quanto i grassi saturi contenuti sono quasi l’80%.

Il suo uso è diffuso maggiormente in pasticcerie e nell’industria alimentare per preparare glasse e farciture. In altre parole è un burro vegetale.

Olio di semi di lino

Un olio ricchissimo di Omega 3. Il metodo di estrazione prevede dei passaggi con regole stringenti per evitare che l’aria penetri nel liquido.

È un olio che va conservato in frigorifero. Si potrà però utilizzare in diverse preparazioni, purché sia sempre fresco, di crudo su crostini o verdure è il modo per gustarlo meglio.

Olio di cocco

È estratto dal frutto, di una varietà della famiglia delle palme, a cui viene spremuta la polpa.

Ha un contenuto di grassi saturi che arriva circa al 90%; pertanto, il suo aspetto è solido e può sostituire il burro.

Olio di semi di sesamo

Si ottiene dalla spremitura dei semi che dà l’olio di un colore chiaro e dal sapore delicato. È ricchissimo di sali minerali come fosforo e magnesio, e di tante vitamine dei gruppi A, B ed E. Contiene sesamina, un principio attivo per la purificazione del fegato.

Olio di semi di soia

L’olio di soia è ottenuto dai semi di diverse varietà di questa pianta.

Contiene una buona dose di acido oleico e acido elinoleico, utile per l’apparato cardiocircolatorio.

Si utilizza solo a crudo e va conservato in frigo e in bottiglie opache temendo gli sbalzi di temperatura e i cambiamenti di luce.

Olio di semi di zucca

L’olio di zucca si ricava dai semi dell’ortaggio, il frutto della loro spremitura ha acido oleico, vitamine e sali minerali.

Fa molto bene a cuore e circolazione.

Scopri perchè dovresti comprare olio extra vergine d’oliva, che è olio di oliva italiano puro.

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